Pubblicità

Alimentazione e Norme Comportamentali

Una volta diagnosticata l’esofagite o comunque nel caso in cui si avverta una forte attività gastrica con fenomeni di reflusso giunge il momento di prestare particolare attenzione alla dieta. Tali patologie dipendono direttamente da ciò che s’ingerisce è dunque necessario sapere con certezza quali alimenti evitare e quali invece preferire.

C’è molta mal informazione a riguardo, le diete fai da te sono redatte in maniera superficiale e talvolta possono peggiorare i sintomi anziché alleviarli. Gli alimenti possono agire dannosamente secondo due direzioni, favorendo l’acidità oppure il rilassamento dei muscoli dello stomaco lasciando così eccessivamente aperta la valvola che separa i succhi gastrici dall’esofago.

Occorre dunque stilare una serie di precisazioni:

  • Contrariamente a quanto alcuni pensino, lo Yogurt non è affatto da evitare. Anzi, esso favorisce il ripristino del naturale equilibrio della flora batterica e favorisce la digestione.

 

  • Qualora si verifichino problemi di digestione si è in alcuni casi portati a consigliare spremute di agrumi con l’erronea convinzione che le vitamine in essi presenti facciano sempre bene. In realtà gli agrumi sono frutti altamente acidi, da evitare in caso di problemi di reflusso. Nella cerchia dei frutti troppo acidi rientrano anche gli Ananas.

 

  • Mangiare pane nella speranza che possa in qualche modo placare il problema del riflusso è altrettanto sbagliato nel caso in cui si consumi pane altamente condito. Olio, strutto, burro o altri ingredienti favoriscono l’appesantimento dello stomaco ed una conseguente sovrapproduzione di acido.

 

  • Vanno evitate anche caramellegomme da masticare e dolci che contengano menta. Così come è preferibile non consumare the e caffè.

Riassumendo, sono da evitare:

  • Aglio, cipolla, cioccolato, the, caffè, menta, cibi grassi, fritture, uova, ecc.
    Abbassano la tensione muscolare allentano la pressione sulla valvola che separa l’esofago dallo stomaco, favorendo così fenomeni di reflusso.

 

  • Agrumi e pomodori
    Sono alimenti acidi che aumentano ancor di più la quantità di acido presente nel nostro stomaco.

 

  • Bibite gassate
    L’anidride carbonica in esse contenuta gonfia l’addome ed aumenta la possibilità del reflusso

 

  • Alcolici, fumo o dolci al liquore
    Tali sostanze, oltre a rilassare i muscoli, tendono anche ad irritare l’esofago

 

  • Caffè, Cocacola, chinotti e tutte le bibite contenenti caffeina
    Favoriscono la produzione di succhi gastrici

 

Norme Comportamentali

Per alleviare i sintomi da esofagite è necessario ricorrere a delle piccole accortezze che gioverebbero anche se minimamente alla convivenza con questa patologiai:

  1. Elevare la testiera del letto di circa 10-15 cm inserendo uno spessore sotto i piedi del letto.
  2. Ridurre il peso corporeo (se il paziente è in sovrappeso).
  3. Evitare di coricarsi subito dopo mangiato. Una breve passeggiata dopo i pasti può essere utile per accelerare la digestione.
  4. Fare pasti piccoli e frequenti. Ridurre i grassi nella dieta, evitare le spezie e le bevande gassate.
  5. Evitare quei movimenti che aumentano la pressione addominale (flessioni sul busto) e gli indumenti troppo stretti.
  6. Non assumere farmaci se non dopo aver consultato il proprio medico curante.

Esame pH-metria con metodo Bravo

Reflusso gastroesofageo: finalmente e’ diagnosticabile senza sondini nasali

Buone notizie per i 15 milioni di italiani che soffrono di “bruciore di stomaco”.
Dall'11 novembre è possibile diagnosticare il reflusso gastroesofageo eliminando il catetere nasale: una capsula rileva il ph dell’esofago e lo trasmette via radio ad un ricevitore esterno.
E’ questa l’ultima frontiera nelle tecniche diagnostiche del reflusso gastroesofageo.
Una capsula hi-tech sostituirà i cateteri intranasali, che per anni hanno rappresentato l’unico metodo per misurare i livelli del ph dell’esofago e scoraggiato molti pazienti a sottoporsi all’esame diagnostico per i fastidi procurati. Questa capsula "innovativa" viene posizionata dal medico sulla parete esofagea in modo semplice e veloce, dove per 48 ore, trasmette i dati ad un apparecchio esterno, di ridotte dimensioni, applicabile alla cintura del paziente. Quest'ultimo ogni 12 secondi riceve i livelli di acidità della mucosa esofagea rilevati e registrati dalla capsula così da essere disponibili per la lettura e l'analisi da parte del medico. Dopo alcuni giorni la capsula si stacca e viene eliminata in modo “naturale”.
La capsula (Bravo Ph System) realizzata da Medtronic, oltre a non scoraggiare i pazienti a sottoporsi all’esame, permette loro di condurre una vita del tutto normale nell’arco delle 48 ore di esame, favorendo così una diagnosi molto più precisa e la prescrizione di un trattamento mirato da parte del medico.
Il reflusso gastroesofageo è una patologia molto diffusa nel mondo occidentale, colpisce infatti non meno del 20-40% della popolazione, pari circa a 40% di uomini e donne di età compresa fra 40 – 50 anni ed è principalmente dovuto al rilassamento dello sfintere esofageo, che non contraendosi completamente provoca la risalita, dallo stomaco all’esofago, del materiale acido.
“Le condizioni di reflusso gastroesofageo esistono in percentuale elevatissima nella popolazione. Noi conosciamo solo la “punta dell’iceberg” che è costituita soltanto dalla popolazione sintomatica. La stragrande maggioranza della popolazione, infatti, è talmente abituata a questi disturbi dispeptici (ad esempio: acidità e alterazione della digestione) che li considera banali e quasi come un corredo da vivere” afferma Giuseppe Di Gesù, Direttore delle Discipline chirurgiche ed Oncologiche dell’Università di Palermo, nonché il primo e ad oggi l’unico specialista in Italia ad adoperare la capsula per diagnosticare il reflusso gastroesofageo.
“La sottovalutazione della patologia da parte dei pazienti può spesso portare ad una degenerazione della malattia stessa – continua Di Gesù - Soltanto in un secondo tempo, infatti, possono emergere danni gravi a livello della mucosa esofagea, che vanno dalle erosioni alle ulcere, alla metaplasia, alla cancerizzazione.
Lo studio fisiopatologico di tutte queste condizioni attraverso l’utilizzazione del Bravo ph system consente l’individuazione di fattori patogenetici e quindi risolutori, in grado di bloccare l’evoluzione verso patologie gravi” .
Di Gesù conclude“Diciamo questo sulla base di un’esperienza poli-decennale che ci ha portato a studiare una quantità notevole di pazienti con i metodi tradizionali, conseguendo notevoli successi. Oggi l’applicazione del metodo Bravo Ph System consentirà di migliorare ancora di più questi risultati, se non altro perché sarà possibile effettuare un monitoraggio della malattia e della terapia a lungo nel tempo”.

Fundoplicatio secondo Nissen Rossetti per via laparoscopica

L'intervento viene effettuato posizionando il paziente supino a gambe divaricate in posizione antitrendelemburg 30° - 40°. L'operatore si pone fra le gambe del paziente, l'aiuto alla destra del paziente, il cameraman a sinistra del paziente.

Previa creazione dello pneumoperitoneo (mediante ago di Verres o mediante tecnica "open") vengono posizionati 5 trocars da 10 mm..

Il 1° in regione periombelicale;

il 2° in regione epigastrica a circa 3 cm a destra della linea xifo-ombelicale, 2-3 cm al di sotto dell'apofisi ensiforme;

il 3° sempre in regione epigastrica a 2 cm a sinistra della linea xifo-ombelicale, 3-4 cm al di sotto dell'apofisi ensiforme;

il 4° al fianco destro 2 cm a destra della linea emiclaveare destra;

il 5° al fianco sinistro 2 cm a sinistra della linea emiclaveare sinistra.

Attraverso il trocar periombelicale viene introdotta un'ottica 30°. Quindi attraverso il 4° trocar viene introdotto un retrattore che sollevando il lobo sinistro del fegato permette un'esposizione ottimale della membrana freno-esofagea. Questa viene ulteriormente evidenziata dalla trazione verso il basso-sinistra esercitata sullo stomaco da una pinza tipo endo-Babcock introdotta attraverso il 5° trocar.
La membrana freno-esofagea viene quindi sezionata dall'operatore mediante uncino elettrico e/o dissettore introdotti attraverso il 2° e il 3° trocar.
Viene effetttuata la preparazione dell'esofago e del pilastro diaframmatico destro, quindi del pilastro diaframmatico sinistro, ponendo attenzione alla preservazione dei nervi vaghi, che di solito vengono visualizzati meglio che in chirurgia tradizionale potendo usufruire dell'ingrandimento dovuto all'ottica laparoscopica e che non vengono compresi nella fundoplicatio.
Questa dissezione è un atto chirurgico estremamente delicato, perciò riteniamo di estrema utilità l'impiego di un gastroscopio flessibile a fibre ottiche introdotto in esofago intraoperatoriamente. L'uso di tale strumento può consentire il riscontro immediato di eventuali lesioni esofagee oltre a fornire una vera e propria "luce guida" nelle manovre di dissezione dell'esofago.
Prima del confezionamento della fundoplicatio, qualora venga osservata una diastasi dei pilastri diaframmatici, viene effettuata una iatoplastica mediante il posizionamento di due punti di sutura che accostano i pilastri stessi.
Attraverso la finestra creata posteriormente all'esofago viene fatta passare una pinza tipo endo-Babcock che, presa la parete anteriore del fondo gastrico, la traziona verso destra, circondando così l'esofago da dietro.
La fundoplicatura viene confezionata con il posizionamento di 3 punti di sutura fra il corpo gastrico e la parete anteriore del fondo che circonda l'esofago.
Di solito non comprendiamo nei punti di sutura la siero-muscolare esofagea. Il confezionamento della fundoplicatura attorno ad un gastroscopio flessibile a fibre ottiche del diametro di 20 mm ci consente di calibrarla adeguatamente onde evitare fenomeni di disfagia permanente post-operatoria.
Intraoperatoriamente viene posizionato un sondino naso-gastrico che viene rimosso entro le 24 ore post-operatorie. Di solito posizioniamo un drenaggio che viene rimosso entro le 24 ore successive all'intervento.
Il tempo medio impiegato per l'effettuazione degli interventi è di circa 120 minuti. Il decorso post-operatorio medio è di 48 ore.

13C-Urea Breath Test

Test per la diagnosi di infezione da Helicobacter Pylori

Il test del respiro (urea breath test - UBT) si basa sulla capacità di H. pylori di metabolizzare rapidamente l'urea somministrata per bocca, fino a ottenere acqua e anidride carbonica.
Se l'urea viene marcata con l'isotopo 13 del carbonio, non radioattivo e presente in natura, si può misurare l'eliminazione attraverso il respiro di anidride carbonica marcata.
Un suo aumento tra due prove consecutive (prima e mezz'ora dopo la somministrazione dell'urea) è quindi un indice indiretto della presenza di infezione da elicobatterio a livello gastrico.
L’UBT è paragonabile all’endoscopia ed al prelievo bioptico per quanto riguarda la diagnosi di infezione da H. pylori e potrebbe divenire molto utile negli ambulatori di medici generici per la valutazione non invasiva della patologia da ulcera peptica. Anche questo test (come il CLO test) si basa concettualmente sulla produzione di ureasi ad opera dell’H. pylori. L’urea marcata con 14C (isotopo radioattivo del carbonio) o 13C (non radioattivo) è fatta ingerire al paziente. L’H pylori nella mucosa gastrica catabolizza l’urea marcata con l’isotopo del carbonio e forma ammonio e anidride carbonica marcata. Quest’ultima è assorbita nel circolo ematico ed escreta attraverso i polmoni.
Dopo opportuna preparazione, ad intervalli prefissati a partire dall’ingestione di urea, il paziente è invitato a soffiare in provette che permettano la misurazione dei livelli di anidride carbonica marcata.
Per il 14C UBT è necessario un lettore a scintillazione utilizzante raggi beta, mentre per l’analisi della 13CO2 è utilizzato uno spettrometro di massa associato ad un gas cromatografo o un analizzatore automatizzato a lettura laser (LARA system).


Se il batterio non è presente, l’urea marcata passa intatta attraverso lo stomaco e, di conseguenza, non si ritroverà anidride carbonica marcata nei campioni di respiro.
Nel corso degli ultimi anni sono stati proposti intervalli di tempo sempre più brevi e, recentemente, per la valutazione dell’attività ureasica è stato proposto addirittura un singolo prelievo di respiro a 20 minuti.
L’UBT è in genere una metodica che presenta una alta sensibilità e specificità anche se vi è sempre la possibilità di avere dei risultati falsamente negativi quando il paziente è stato recentemente sottoposto a somministrazione di antibiotici o, più comunemente di farmaci inibitori della pompa protonica. Questi farmaci sopprimono l’H. pylori, senza però eradicarlo completamente. Ancora, risultati falsamente negativi possono essere ottenuti se il tempo di contatto dell’urea con la mucosa gastrica non è sufficiente a permettere l’idrolisi.
Per tale ragione, sono stati proposti diversi pasti standard da somministrare in concomitanza dell’urea marcata allo scopo di ritardare lo svuotamento gastrico.
Al momento, la somministrazione orale di una soluzione di acido citrico 10 minuti prima della somministrazione dell’urea sembra essere la migliore procedura fino ad ora riportata. Nonostante la sua accuratezza nella diagnosi di infezione da H. pylori, l’UBT non è capace di predire la severità della gastrite, la carica batterica presente come pure la presenza di ulcera peptica. Il suo uso può essere consigliato in pazienti con meno di 45 anni di età senza sintomi di allarme (anemia, sanguinamento gastrointestinale, anoressia, senso di sazietà precoce, dimagrimento) ed anche in quei casi dove la valutazione endoscopica non sia di vitale importanza come, ad esempio, dopo trattamento eradicante o nei casi di ulcera duodenale che sono usualmente benigne. Al contrario, le ulcere gastriche possono essere anche essere causate da trasformazioni neoplastiche della mucosa gastrica. In questo caso la valutazione endoscopica è rimane prioritaria ed altamente raccomandabile

 

Preparazione all'Esame

·  Si deve rimanere a digiuno per almeno 6 ore prima dell’esame (preferibilmente per la notte intera).
·  Il test deve essere eseguito dopo almeno quattro settimane senza terapia antibatterica e quattro settimane dopo l’ultima somministrazione di un farmaco antisecretorio (NB entrambi questi trattamenti potrebbero influenzare i risultati dell’Urea Breath Test. Ciò è particolarmente vero dopo terapia di eradicazione per l’Helicobacter pylori).
·  Il giorno dell’esame, lavarsi accuratamente i denti, non fumare, ne stare a contatto con persone che fumano.
·  Portare tutta la documentazione inerente la patologia
·  Qualora fosse necessario ripetere il test, lo stesso non può essere ripetuto prima di 24 ore
·  L’esecuzione del test dura circa 40 minuti