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Esame pH-metria con metodo Bravo

Reflusso gastroesofageo: finalmente e’ diagnosticabile senza sondini nasali

Buone notizie per i 15 milioni di italiani che soffrono di “bruciore di stomaco”.
Dall'11 novembre è possibile diagnosticare il reflusso gastroesofageo eliminando il catetere nasale: una capsula rileva il ph dell’esofago e lo trasmette via radio ad un ricevitore esterno.
E’ questa l’ultima frontiera nelle tecniche diagnostiche del reflusso gastroesofageo.
Una capsula hi-tech sostituirà i cateteri intranasali, che per anni hanno rappresentato l’unico metodo per misurare i livelli del ph dell’esofago e scoraggiato molti pazienti a sottoporsi all’esame diagnostico per i fastidi procurati. Questa capsula "innovativa" viene posizionata dal medico sulla parete esofagea in modo semplice e veloce, dove per 48 ore, trasmette i dati ad un apparecchio esterno, di ridotte dimensioni, applicabile alla cintura del paziente. Quest'ultimo ogni 12 secondi riceve i livelli di acidità della mucosa esofagea rilevati e registrati dalla capsula così da essere disponibili per la lettura e l'analisi da parte del medico. Dopo alcuni giorni la capsula si stacca e viene eliminata in modo “naturale”.
La capsula (Bravo Ph System) realizzata da Medtronic, oltre a non scoraggiare i pazienti a sottoporsi all’esame, permette loro di condurre una vita del tutto normale nell’arco delle 48 ore di esame, favorendo così una diagnosi molto più precisa e la prescrizione di un trattamento mirato da parte del medico.
Il reflusso gastroesofageo è una patologia molto diffusa nel mondo occidentale, colpisce infatti non meno del 20-40% della popolazione, pari circa a 40% di uomini e donne di età compresa fra 40 – 50 anni ed è principalmente dovuto al rilassamento dello sfintere esofageo, che non contraendosi completamente provoca la risalita, dallo stomaco all’esofago, del materiale acido.
“Le condizioni di reflusso gastroesofageo esistono in percentuale elevatissima nella popolazione. Noi conosciamo solo la “punta dell’iceberg” che è costituita soltanto dalla popolazione sintomatica. La stragrande maggioranza della popolazione, infatti, è talmente abituata a questi disturbi dispeptici (ad esempio: acidità e alterazione della digestione) che li considera banali e quasi come un corredo da vivere” afferma Giuseppe Di Gesù, Direttore delle Discipline chirurgiche ed Oncologiche dell’Università di Palermo, nonché il primo e ad oggi l’unico specialista in Italia ad adoperare la capsula per diagnosticare il reflusso gastroesofageo.
“La sottovalutazione della patologia da parte dei pazienti può spesso portare ad una degenerazione della malattia stessa – continua Di Gesù - Soltanto in un secondo tempo, infatti, possono emergere danni gravi a livello della mucosa esofagea, che vanno dalle erosioni alle ulcere, alla metaplasia, alla cancerizzazione.
Lo studio fisiopatologico di tutte queste condizioni attraverso l’utilizzazione del Bravo ph system consente l’individuazione di fattori patogenetici e quindi risolutori, in grado di bloccare l’evoluzione verso patologie gravi” .
Di Gesù conclude“Diciamo questo sulla base di un’esperienza poli-decennale che ci ha portato a studiare una quantità notevole di pazienti con i metodi tradizionali, conseguendo notevoli successi. Oggi l’applicazione del metodo Bravo Ph System consentirà di migliorare ancora di più questi risultati, se non altro perché sarà possibile effettuare un monitoraggio della malattia e della terapia a lungo nel tempo”.